IV Domenica di Pasqua


Il pastore cammina davanti alle pecore,
ed esse lo seguono
perché conoscono la sua voce.
(Gv 10,14)
 

Dal Vangelo di Giovanni(10,1-10)

In quel tempo, Gesù disse:

«In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore.

Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».

Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse loro di nuovo:

«In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati.

Io sono la porta: se uno entra attraverso di me,  sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo.

Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza». 

Una volta, su una collina, viveva un gregge guidato e ben custodito da un bravissimo pastore.

Tra le pecore di questo gregge, però, ve ne erano cinque che non erano mai contente e si opponevano ad ogni comando del loro pastore. 

Da diverso tempo, infatti, un lupo che si aggirava da quelle parti le aveva messo in testa strane idee. Aveva parlato alle pecore di libertà, sostenendo che fino a quando avrebbero obbedito al loro pastore non sarebbero mai state libere, ma sempre e soltanto pecoroni al seguito di altri pecoroni senza cervello. 

Un giorno, spinte dal lupo ad allontanarsi dal resto del gregge per sperimentare la libertà, le cinque pecore, che pascolavano in uno splendido prato insieme alle altre, si incamminarono, una dopo l’altra, su di un viottolo che spariva nel fitto bosco presente lì accanto. 

Il lupo era proprio nel bosco ad attenderle perché sapeva che prima o poi sarebbero cadute nel suo tranello. Ma, mentre stava sul punto di aggredirle, intervenne il pastore che con il suo bastone mise il fuga il lupo. Il pastore si era accorto subito della loro assenza e si era messo a cercarle perché ci teneva tanto alle sue pecore.

Una volta tornate a casa al sicuro, le pecore capirono l’importanza del loro pastore.

Capirono che i suoi comandi erano per la loro vita e che staccandosi dal gregge e dal pastore avrebbero perso la libertà per sempre.

Spesso siamo anche noi come quelle cinque pecore: ci lasciamo ingannare dal peccato che ci offre una falsa libertà, allontanandoci da Dio e dai nostri fratelli. Solo seguendo il Signore potremo sperimentare la libertà vera e la gioia dello stare con gli altri.

– Spesso nella Bibbia Dio è rappresentato come il “pastore” che guida il suo popolo. Oggi siamo disposti a farci guidare da questo pastore?

– Ci sentiamo “pecore” che il Signore guida per i suoi sentieri”?

– Nei momenti di “chiusura” totale a tutto e a tutti ci rivolgiamo con umiltà e speranza al “Pastore Gesù” o preferiamo risolvere da soli i nostri problemi?

Vita di Comunità

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 In questo tempo pasquale prega così la Madonna:

Regina dei cieli, rallegrati, alleluia:
Cristo, che hai portato nel grembo, alleluia,
è risorto, come aveva promesso, alleluia.
Prega il Signore per noi, alleluia.
V.
Rallegrati, Vergine Maria, alleluia.
R. il Signore è veramente risorto, alleluia.

Preghiamo:

O Dio, che nella gloriosa risurrezione del tuo Figlio hai ridato la gioia al mondo intero, per intercessione di Maria Vergine concedi a noi di godere la gioia della vita senza fine. Per Cristo nostro Signore. Amen